Teatro

Pinocchio torna in Umbria a Todi e Terni

Pinocchio torna in Umbria a Todi e Terni

L’eccellente spettacolo del Teatro Del Carretto Pinocchio torna in Umbria, lunedì 1 dicembre, alle 21, al Teatro Comunale di Todi e al Teatro Verdi di Terni martedì 2 e mercoledì 3 dicembre, alle 21.

Diretto dalla geniale mano di Maria Grazia Cipriani apprezzeremo una straordinaria e affiatata compagnia formata da Elsa Bossi, Giandomenico Cupaiuolo, Giacomo Pecchia, Giacomo Vezzani, Nicolo’ Belliti, Jonathan Bertolai, Carlo Gambaro, Luana Gramegna.

La nota compagnia toscana che ha aderito al mondo dell'immaginario e del mito, creando un teatro visionario in cui si fondono tutti gli elementi del sogno scenico, con un linguaggio teatrale il cui valore artistico è riconosciuto da tempo nel panorama internazionale, continua a incantare coniugando l’arte delle marionette e l’azione di attori veri, parola e musica, sogno e realtà.

Surreale, grottesco, ironico e dai toni noir, Pinocchio è uno spettacolo raffinato e poetico che supera le barriere del gioco fiabesco per approdare a una tanto affascinante quanto inquietante indagine del mondo dell’inconscio che da sempre ispira il lavoro del Carretto: di Pinocchio, in questo caso, si sottolinea la natura ambiguamente teatrale, di «maschera» - prima ancora che di marionetta - in azione sullo sfondo di scenari enigmaticamente artificiosi e ingannevoli, dalla stessa casa di Geppetto alla ribalta di Mangiafoco al circo dei ciuchini nel Paese dei Balocchi.

“Il destino di Pinocchio appare, letteralmente, teatrale. – dice Maria Grazia Cipriani - Da quel programma accarezzato dal genitore fino a quando Pinocchio, quasi a realizzarne il desiderio, toccherà il fondo della sua sventura, quando cioè, trasformato in somaro, sarà Stella della danza nel circo del paese dei Balocchi e rischierà di diventare una pelle di tamburo per la banda: passando da quel suo ingresso trionfale nel Gran Teatro di Mangiafuoco, quando, riconosciuto come fratello dalle Maschere immortali di quel Teatro, sembra raggiungere il luogo che spiega e motiva la sua nascita. La prima traccia del gioco teatrale si era incontrata su quella parete dipinta a guisa di fondale scenico della casa ove Pinocchio è venuto alla luce…Da quella casa che pare un palcoscenico alla deriva…passando attraverso il Carrozzone di Mangiafuoco – Pinocchio con l’abbecedario in mano…suoni festosi di grancassa…il giubilo del Gran Teatro, attori che sembrano marionette e marionette che sembrano attori…e poi piagnistei come in un asilo infantile…e la scena “straziante”, satira parodia della commedia popolare e del melodramma, in cui Pinocchio chiede a Mangiafuoco la grazia per Arlecchino…-

…o presso la casina della bambina morta: ma anche quello della Fata sembra essere un mondo teatrale da Baraccone con quei dottori grotteschi e surreali, con quel suo apparire e scomparire sotto forme sempre diverse, resistendo sempre, di morte in vita, quella emblematica “massa” di capelli turchini…

…a quella ribalta che è il circo dove Pinocchio-somaro è costretto ad esibirsi…

…per approdare in un finale con il palcoscenico ormai vuoto quando Pinocchio esce dal sogno di legno, come da un costume di scena.

E chissà se allora, burla e insieme segno di speranza, un nuovo piccolo burattino balzi fuori da un cassetto con occhi dipinti di sorriso e di follia….”